lunedì 24 giugno 2013

A che punto è il Social Caring in Italia? La cultura aziendale ne frena ancora l'adozione

Il Social Caring è la cura del consumatore anche attraverso i social media non solo in maniera reattiva e non solo nel caso di richieste di aiuto.
Ciò implica necessariamente l’integrazione della struttura di Customer Care con quella di Comunicazione.

Come viene percepito l'utilizzo del Social Caring dai Marketing manager italiani? E che uso fanno, in particolare, le aziende delle loro pagine Facebook in termini di rapporti con i propri clienti?

Blogmeter ha rilasciato una presentazione che sintetizza i risultati di due ricerche sullo stato del Social Caring in Italia.

  1. Un' indagine svolta nel Maggio 2013 su 150 aziende italiane attraverso un questionario
  2. La rilevazione delle attività di 2.200 pagine Facebook di aziende italiane negli ultimi 18 mesi.

Sottolineo qui di seguito i punti che mi hanno colpito:

  • Tra il 60% di chi ha una strategia per l'uso dei Social Network, il 35% dei marketing manager ritiene che la propria azienda consideri  poco o per niente (quest'ultimo 7%) importante questo strumento per il business e per la gestione dei propri clienti
  • Le prime tre cause di ritardo/reticenza nell'uso dei Social Network, secondo i Marketing Manager sono: Mancanza di tempo, risorse e competenze (43% ); Difficoltà nel determinare indicatori per misurare l'impatto (40% ); Scarsa cultura aziendale e considerazione a livello strategico (33%)
  • Su 2.200 pagine Facebook di aziende in Italia, negli ultimi di 18 mesi, solo il 3% ha risposto ad almeno 500 post
Il segnale mi sembra abbastanza chiaro: la cultura aziendale, vuoi per diffidenza, vuoi per inerzia costituisce ancora un freno a considerare i Social Network come un'utile strumento per migliorare i rapporti con i propri clienti.
Per completezza, ecco la mappa, molto interessante, del posizionamento delle pagine Facebook aziendali in termini di % di risposte e tempi di risposta

Social Caring in Italia

martedì 18 giugno 2013

Social: quale impatto sull'organizzazione aziendale?

Venerdì 14/6 si è tenuta a Milano la 6a edizione del Social Business Forum, evento leader in Europa sui temi della social enterprise, del digital marketing e dell’innovazione partecipata.
Purtroppo non ero presente, ma Mario Massone, nel suo Forum UCC, ne ha fatto un'interessante sintesi:
Social: quale trasformazione?

La sua chiave di lettura è fondamentalmente legata all'impatto sull'organizzazione aziendale. Infatti, un cambiamento nei metodi di gestione che sfrutti appieno le potenzialità del Social non può che partire da un cambiamento organizzativo cross-funzionale e soprattutto mentale. Chi sono allora i manager del futuro, attori (e destinatari) di questo cambiamento?
Quelli che ascoltano la voce dei collaboratori e dei clienti, chi decentra le decisioni, crede nell'intelligenza collettiva e nel feedback veloce o in tempo reale. Molto di questo scenario è riconducibile alla "Collboration" intesa come un'insieme di metodologie e di strumenti. 
Ma a che punto siamo?
Massone cita una relazione di Cisco che contrappone una scenario attuale, basato sul cost saving, ad uno futuro, tra 5 10 anni, basato sull'efficienza dei processi. A giudicare dai pochi case study italiani presentati, nel nostro Paese siamo ancora ampiamente ad un early-stage...



venerdì 14 giugno 2013

Social Collaboration enterprise: trainata da Facebook ma in crescita le tecnologie professionali

I risultati di una ricerca globale sull'adozione delle tecnologie di Social Collaboration, effettuata da Avanade su 4.000 utenti e 1.000 decision-maker IT e business in 22 Paesi, evidenziano un utilizzo molto diffuso delle tecnologie di social networking in azienda. E, se a livello mondiale la percentuale è di circa il 77%, in Italia il dato di diffusione tocca quasi il 90%.

Per quanto riguarda le tecnologie utilizzate, in Italia al primo posto vi è Facebook (68%), seguito da Twitter (53%) e Linkedin (47%). Molto più indietro le soluzioni a livello enterprise: Microsoft SharePoint raggiunge il 32%, Salesforce Chatter il 23% e IBM Open Connections il 18%.

Peraltro, il 46% degli intervistati dichiara che nei prossimi 12 mesi ha intenzione di abbandonare Facebook e gli altri Social Network consumer per passare a strumenti più professionali e dedicati.

Un po' più in particolare ecco le conclusioni più significative dello studio:

  1. Le aziende che più credono in questi strumenti stanno sfruttando le tecnologie social in ambito enterprise: circa 8 decision-maker su 10 (77%) e 7 utenti finali su 10 (68%) utilizzano, infatti, tecnologie di social networking a livello enterprise;
  2. Delle aziende che già utilizzano strumenti di Social Collaboration, l’82% (l’89% in Italia) auspica di impiegarli in futuro in maniera sempre maggiore;
  3. In generale, sia i decision-makers (IT e business) sia gli utenti finali riportano risultati positivi in merito all’utilizzo di tecnologie di Social Collaboration in azienda. Per esempio il 66% dei decision-maker IT dichiara che le tecnologie social rendono il loro lavoro più divertente, il 62% più produttivo e il 57% sottolinea come questi strumenti siano un valido supporto per svolgere al meglio la propria attività, dato quest’ultimo che in Italia arriva solo al 37%;
  4. Nonostante la consapevolezza dei vantaggi apportati da questi strumenti, vi è ancora una percentuale significativa (23%) di intervistati che dichiara di non aver ancora adottato strumenti di enterprise Social Collaboration. In Italia la percentuale è inferiore e pari all’11%.